Claire Donald e l’essere donna nel mondo del tech
Claire ci racconta cosa significa essere una donna nell’ambito del tech e del futuro del lavoro.
Claire Donald è la nostra VP Engineering e una leader molto stimolante la cui esperienza, visione e capacità di leadership sono eguagliate solo dalla sua simpatia.
Abbiamo chiesto a Claire di raccontarci cosa significa essere una donna in un ambito, quello della tecnologia, ancora prevalentemente maschile, e del futuro del lavoro.
Il mio viaggio
Non ho il background più tradizionale per un ruolo nella tecnologia! Tuttavia, penso che sia importante considerare che la vita sia più simile a un labirinto che a una strada bella dritta e la mia storia professionale ne è la dimostrazione.
Ho lasciato la scuola a 15 anni, subito dopo gli esami. Desiderosa di entrare nel mondo del lavoro e guadagnarmi da vivere, ho lavorato per il mio comune su un programma in cui ho potuto acquisire esperienza curricolare mentre lavoravo ad una qualifica professionale nel campo dell’informatica. Ed è qui che è iniziata la mia carriera tecnologica: costruire PC e riparare stampanti.
In realtà sono stata ispirata da un episodio particolarmente tecnico di The Bill
Questo mi ha aiutata a capire che mi piaceva molto la risoluzione dei problemi e il lato ingegneristico delle cose. Tuttavia, a 16 anni, le mie opzioni per il futuro erano un po’ limitate. In realtà sono stata ispirata da un episodio particolarmente tecnico di The Bill, che mi ha fatto pensare più seriamente a una carriera nella tecnologia. È stato allora che ho fatto una mossa audace e sono entrata nell’esercito britannico, dove mi sono unita alla Royal Signals e mi sono specializzata come ingegnere, lavorando su una varietà di sistemi IT, di rete e di comunicazione.
Negli otto anni seguenti ho imparato molto, ho acquisito un’ampia conoscenza di diverse tecnologie e ho vissuto in tutto il mondo mentre progredivo rapidamente in posizioni tecniche dirigenziali. Ho rallentato solo quando è nato mio figlio, ma ero decisamente pronta per la mia prossima avventura. Da lì, ho lavorato per HP come consulente tecnologico ed è allora che è iniziata davvero la mia carriera manageriale. Sono passata alla guida di team più grandi e progetti più complessi, acquisendo più esperienza nello sviluppo di software durante tutto il percorso.
Ed eccomi 15 anni dopo, con una varietà di ruoli diversi nel campo dell’ingegneria, ora sono VP Engineering presso MOO, dove supervisiono l’intero reparto tecnico e di prodotto. Mi sento molto fortunata a lavorare con così tante persone di talento e mi piace proseguire la mia carriera qui!
Donne e tech: qual è il valore aggiunto?
Sono più che abituata a lavorare in un ambiente prevalentemente maschile e non mi ha mai messo in crisi il fatto di essere l’unica donna in un team di uomini. Tuttavia, nel corso degli anni ho iniziato a rendermi conto che il team e i luoghi di lavoro che mi piacciono di più sono quelli più diversificati: una varietà di generi, etnie, background socioeconomici e persone diverse formano certamente una grande squadra.
Adoro le sfide a cui non avrei mai pensato
Amo lavorare in posti così, dove sono costantemente sfidata da una prospettiva a cui non avrei mai pensato. Anche se questo non è esclusivo della tecnologia, il fatto che ci siano così poche donne in questo settore significa che molte aziende stanno perdendo grandi candidate.
Cosa possono fare le compagnie per attrarre più donne?
Con l’aumento della domanda di talenti di alto livello, le aziende dovrebbero supportare ancora di più le responsabilità familiari e di cura dei propri dipendenti e ho intenzione di raddoppiare e difendere una comunità che mi sta a cuore: le madri che lavorano.
Essere un genitore che lavora è impegnativo. Richiede una pianificazione precisa per te stesso e i tuoi figli, dal portarli all’asilo o a scuola, fino ad assicurarsi che siano sempre ben vestiti, nutriti e in orario. Tutte queste abilità sono trasferibili sul posto di lavoro e c’è un intero esercito di madri lavoratrici che cercano un’azienda progressista disposta ad abbracciare un po’ di più l’integrazione tra lavoro e vita privata e fornire opzioni di lavoro flessibili intorno alla vita familiare.
Quando mio figlio era piccolo, ho davvero faticato a trovare opzioni di assistenza all’infanzia che tenessero effettivamente conto del tempo necessario per andare e tornare dal lavoro.
C’è un intero esercito di madri lavoratrici in cerca di un’azienda progressista
Ho usato una varietà di diversi metodi di assistenza all’infanzia nel corso degli anni: asili nido, assistenti d’infanzia, baby-sitter, tate, programmi vacanze, club pre e dopo scuola. Ho avuto esigenze diverse in momenti diversi della mia vita, il che significa che ho provato una gamma di opzioni e soluzioni accomunate da un unico fattore: il costo sbalorditivo. Infatti, i costi per l’assistenza all’infanzia sono stati superiori al pagamento del nostro mutuo (e abbiamo solo un figlio!).
Il lavoro agile è la chiave
Le aziende che possono offrire maggiore flessibilità per consentire ai genitori che lavorano di bilanciare le esigenze delle loro famiglie e il loro lavoro diventeranno ancora più attraenti per le madri che lavorano.
Questo è ancora più vero nell’ambito della tecnologia, dove molti dei nostri lavori possono essere svolti da remoto, eliminando completamente il sovraccarico del pendolarismo e riducendo al minimo l’assistenza all’infanzia. Ci sono tante donne che lasciano il posto di lavoro o non possono rientrare dalla maternità a causa della mancanza di flessibilità.
Mi piacerebbe vedere più aziende che offrono lavoro a distanza o ibrido, orari di lavoro ridotti, ruoli part-time e condivisione del lavoro. C’è un grande pool di talenti là fuori e queste caratteristiche sono ancora poche e non sfruttate.
E il futuro?
Le donne leader come me sono in grado di influenzare e sostenere questo tipo di cambiamento nelle loro aziende. Facciamo in modo che questa diventi la norma e coinvolgiamo più genitori che lavorano in ruoli tecnologici, per trovare e supportare la prossima generazione di donne nel settore tecnologico e non solo.
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