Tom Maryniak: l’incontro tra carta da parati e xilografia
Abbiamo parlato con Tom, che attualmente si trova a Lisbona per una residenza d’artista, dei suoi motivi xilografici che trasformano la carta da parati in un’opera d’arte.
Con motivi che includono “Lasciate che mangino la bistecca”, “Vittoriani scoreggioni” e “Porno greco”, gli originali design personalizzati delle carte da parati di Tom Maryniak si trovano in case private, ristoranti e bar di tutto il mondo. Sono spesso volutamente provocanti e puntano a farci rivedere il nostro concetto di carta da parati.
La tecnica preferita da Tom, che sta lavorando come artista residente al Zaratan di Lisbona, è la xilografia, che richiede una fase di intaglio minuzioso e la capacità di visualizzare i motivi al contrario.
Dopo aver recentemente aggiunto al suo portafoglio la copertina del libro Ten Drinks That Changed the World, Tom ha parlato a MOO di come accettare gli errori, della gioia insita nello scandalizzare il pubblico e di come ha ottenuto la residenza d’artista a Lisbona.
Com’è nato il tuo interesse per il design e come sei arrivato alla xilografia in particolare?
Sono arrivato al design tramite la mia arte. Speso mi ritrovo circondato da opere d’arte verso le quali provo indifferenza, quindi nei miei lavori (e, negli ultimi anni, nei motivi per carta da parati) cerco sempre di creare qualcosa che si distingua.
Uno dei modi più semplici e primitivi per farlo è scioccare le persone, e le mie carte da parati sono piene di immagini provocanti.
I tuoi design sono ricchi di atmosfera. A che cosa ti ispiri?
Ho sempre amato il teatro e la narrazione, e spesso amo inserire nelle mie immagini degli elementi di entrambi. Nei miei lavori, cerco di partire sempre da una storia e spesso la descrivo un momento prima o dopo che è accaduto qualcosa di straordinario.
All’inizio, le xilografie mi piacevano per la loro valenza audace e monocromatica. Il contrasto tra la carta bianca e l’inchiostro nero crea un effetto molto spettacolare.
Nell’ambito della xilografia, penso di essere stato influenzato dagli espressionisti tedeschi anche se mi ispiro a tante cose diverse tra cui la storia, la letteratura, la fotografia o il cibo.
Che procedimento segui per realizzare una tua opera?
La stampa a rilievo, come la linoleografia e la xilografia, non richiede un processo molto istintivo perché lavori su un’immagine che prende vita solo quando metti l’inchiostro e stampi qualcosa che apparirà sulla carta al rovescio.
Le parole vanno intagliate al contrario, e anche tracciare una linea nera non è semplice come disegnarla a penna. Mi pongo sempre il problema di quanto togliere dal blocco di legno e di quando fermarmi, perché le risposte arrivano solo alla fine. È come giocare alla roulette.
Ora però tutto questo mi preoccupa un po’ meno, accetto gli errori e apprezzo il risultato, senza aspettative. Quando si tratta di arte, avere aspettative concrete è una tattica quasi sempre disastrosa.
Come hai deciso di specializzarti nel design di carte da parati?
Ho sempre voluto fare qualcosa di nuovo con la carta da parati e ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto che la gente apprezzasse la carta da parati come fosse un’opera d’arte, invece che considerarla solo un accessorio da abbinare ai tendaggi.
Le mie carte da parati provocano reazioni molto varie, sia positive che negative, il che è fantastico: qualunque reazione è preferibile a nessuna reazione. A Londra c’è un ristorante, [Hixster Bankside] in cui i bagni sono tappezzati con la mia carta da parati. Lo considero il mio capolavoro.
Ogni volta che entro, la manager mi rimprovera per tutti i reclami che riceve. Il motivo si chiama “Porno greco” e si ispira alle figure dipinte sui vasi greci antichi.
Come si sviluppano i progetti di collaborazione a cui partecipi?
Mi sforzo di instaurare un rapporto personale prima di passare alla collaborazione professionale perché penso sia importante farsi un’idea di come le persone lavorano e costruire una certa trasparenza e fiducia prima di intraprendere un progetto comune.
Inizio facendo molti schizzi, poiché il processo creativo principale per me si concretizza quando visualizzo il passaggio di un libro, oppure quando elaboro i testi che stanno alla base della copertina di un album.
Poi analizziamo il lavoro insieme e magari modifichiamo leggermente la composizione. In questo senso, credo di lavorare come un illustratore, prendendo letteralmente un concetto o delle parole per poi trasformarli in complemento visivo.
Attualmente sei impegnato in una residenza d’artista al Zaratan. Che consigli daresti ai designer interessati a partecipare a un programma di questo tipo?
Le residenze d’artista sono un’opportunità straordinaria per chi vuole rinnovare la propria attività, ma bisogna prepararsi bene. Ho dedicato settimane alla compilazione della domanda a Zaratan.
Consiglio di assicurarsi che la dichiarazione artistica sia completa e che le immagini siano chiare. Sembra una cosa ovvia, ma i selezionatori vedono centinaia di domande ogni settimana quindi, anche se un artista fa dei capolavori, una domanda compilata male potrebbe portare a un rifiuto.
Com’è il tuo studio?
Io passo la mia vita nello studio, che si trova al terzo piano ed è rivolto a nord e inondato di luce. L’edificio si trova nel entro di Lisbona e ha ancora le piastrelle Azulejos e le finestre originali. È stupendo. Ho apportato pochissime modifiche, limitandomi a ridipingere le pareti e a portare alcune macchine da stampa e qualche mazzo di fiori.
A cosa stai lavorando attualmente e che progetti hai per il futuro?
Il periodo delle feste è sempre frenetico, quindi al momento sto facendo tante cose diverse allo stesso tempo. Nei fine settimana, tengo dei laboratori di stampa nello studio con un altro artista per introdurre le persone alla tecnica della stampa a rilievo e alla creazione dei motivi.
Ho un progetto mensile legato alle Cartoline, nel quale invio agli iscritti all’inizio di ogni mese una cartolina stampata a mano. Sono anche impegnato con altre commissioni.
Al momento sono anche in trattative con una casa editrice per un importante progetto che inizierà nella primavera del 2019. Meno male che adoro il mio studio!
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