Rooted in Rosemary: dalle parrucche ai design floreali
Abbiamo incontrato Ashleigh per parlare degli alti e bassi dell’essere una designer floreale.
Quando Ashleigh Watts ha deciso di compiere un salto nel vuoto e lasciare il suo lavoro di creatrice di parrucche per diventare una designer floreale, non solo ha assecondato la sua creatività, ma ha anche realizzato un sogno che condivideva con la sua mamma: possedere un’attività in proprio. Ora che gestisce uno studio di fiori di successo a Oxford, Rooted in Rosemary, Ashleigh mette la sua abilità artistica in ogni singolo dettaglio del suo brand, dalle composizioni floreali agli Adesivi.
Abbiamo incontrato Ashleigh per parlare della sua carriera, delle sue ispirazioni e degli alti e bassi dell’essere una designer floreale (più alti che bassi, a dire il vero!).
Raccontaci di te.
Posso dire di essere diventata una designer floreale a seguito del mio amore per i fiori? Non credo. Penso di essere prima di tutto una creativa. Da che ho memoria, lavorare su qualcosa che entusiasmi la mia creatività rende felice anche me come persona, quindi scegliere una carriera che segua un percorso artistico è sempre stata una mia aspirazione.
Ho un amore folle per i colori, mi innamoro di ogni nuova tavolozza che creo, e non mi vergogno a dirlo! Sono ossessionata dalle trame, ho un occhio attento ai dettagli e sono una perfezionista assoluta, a volte a discapito del mio tempo libero (e della mia salute mentale). Abbino l’amore per il design alla ricerca e alla cura delle idee e suppongo che l’amore per i fiori non sia stato tanto una forza trainante, ma più un risultato avvenuto nel momento in cui ho provato a fare qualcosa di nuovo.
Come si passa dall’essere una creatrice di parrucche a diventare una designer floreale?
In realtà ci ho messo un bel po’ a realizzare di essere pronta a seguire il mio sogno di avere una carriera creativa. E il passaggio da creatrice di parrucche a designer floreale non è stato nemmeno il mio primo grande cambiamento di carriera. All’età di 20 anni, ho lasciato il mio lavoro come addetta alle vendite pubblicitarie, sono tornata al college, ho iniziato l’università e mi sono laureata in acconciatura e trucco per i media. Da lì ho continuato a fare cose incredibili come parrucchiera e truccatrice, lavorando anche come creatrice di parrucche per il museo di Madame Tussauds a Londra.
Mia madre ed io avevamo sempre sognato di possedere un’attività in proprio
Purtroppo, nel 2017 mia madre è mancata, ed è qui che è iniziato davvero il mio viaggio per diventare una designer floreale. Mia madre ed io avevamo sempre sognato di possedere un’attività in proprio, che fosse un’agenzia immobiliare o un bar che vendesse solo patate al cartoccio, zuppe e panini (e non dico certo che fossero tutte buone idee). Quindi, dopo aver realizzato che la vita è davvero troppo breve, a gennaio 2019 mi sono licenziata e mi sono iscritta a un corso di floristica di 4 settimane presso la London Flower School e ho deciso di imparare, sperimentare e provare di tutto sul mondo dei fiori con l’obiettivo finale di avviare una mia attività.
Ora la parte più sdolcinata di me vorrebbe dire “e il resto è storia”, ma non lo farò. “Il resto” è ora, sono una piccola imprenditrice che cerca di costruire la propria attività durante la pandemia, ed è per questo che imparo giorno per giorno e amo anche i momenti più difficili.
Cosa trovi più gratificante nel gestire il tuo studio floreale?
Ah, ci sarebbero davvero tanti aspetti, ma per me prendere il controllo della mia abilità artistica è sicuramente una delle parti più gratificanti e soddisfacenti del lavoro. Certo, seguire le idee e il brief di un cliente è di fondamentale importanza, ma la gioia nel vedere il proprio lavoro prendere vita mi fa felice ogni volta. Vedere un sorriso sul viso del tuo cliente alla vista del tuo lavoro rende le lunghe ore passate a realizzarlo totalmente utili.
Uno dei miei obiettivi all’inizio era assicurarmi di gestire il mio tempo in base alle mie esigenze. Sono una nottambula, quindi un normale lavoro dalle 9 alle 17 non mi ha mai permesso di dare il meglio di me. Come designer floreale, le prime ore del mattino sono un must, ma cerco di sfruttare il tempo a mio vantaggio, completando le cose necessarie in anticipo per poter dedicare il resto della giornata a me stessa, per poi tornare a lavorare fino a tarda notte sugli aspetti più creativi del mio lavoro. La libertà di gestire le ore lavorative dunque è un grosso punto a mio vantaggio.
Ma proprio come gli aspetti positivi, tende ad esserci un’enorme quantità di cose che possono creare problemi quando si gestisce il proprio studio floreale, perché quando gestisci un’attività sembra quasi che il peso del mondo sia sulle tue spalle. L’elenco delle cose da fare continua a crescere, ma per eseguire i miei lavori nel miglior modo possibile, prendermi un po’ di tempo per me stessa è assolutamente essenziale.
Come ti prepari ad un nuovo progetto di design floreale?
La ricerca e la progettazione sono gli aspetti che prediligo. Non solo amo passare ore a cercare nuove idee online o sulle riviste, ma cerco anche di applicare diverse ispirazioni provenienti dal mondo della musica, dell’arte, dell’architettura e della moda. Credo che un buon rapporto di lavoro sia la chiave per il successo dei miei progetti, quindi offrire ai miei clienti un’esperienza personalizzata dall’inizio alla fine è uno degli aspetti più importanti del business.
Ho passato ore, se non giorni, a modificare il modello della mia proposta di design per rappresentare ogni concetto nel miglior modo possibile, con ogni progetto creato su misura per ogni cliente. Per aiutare ulteriormente i clienti a visualizzare il concetto, cerco di dare vita ai miei progetti prima del grande giorno con moodboard personalizzate e illustrazioni disegnate a mano.
Il tuo brand si distingue rispetto a quello dei fioristi tradizionali. Cosa vuoi trasmettere?
Tutto ciò che fa parte del mio brand è stato progettato da me. Ho imparato a utilizzare le basi di Photoshop per raccogliere le mie idee di branding e trasformarle in realtà. Volevo un marchio simpatico e riconoscibile con un tocco minimalista e contemporaneo che potesse essere utilizzato su tutte le piattaforme.
Il proprio brand è molto più di un semplice logo. Trovare le risposte a queste domande chiave è molto più difficile di quanto ci si aspetti. Chi è il tuo cliente ideale? Cosa sta cercando? Come vede la tua attività? Ci sono letteralmente così tante domande a cui rispondere che possono aiutare nel viaggio alla scoperta della propria brand identity, ma credo davvero che ognuno debba anche essere fedele a se stesso. Se il risultato non soddisfa a pieno, probabilmente non è quello giusto e il mio consiglio è di riprovarci un’altra volta. Alla fine ci si arriva, ci vuole solo un po’ di tempo.
Come utilizzi MOO all’interno della tua brand experience?
Ho utilizzato MOO per quasi tutte le mie esigenze di marketing, promozionali e di cancelleria. Grazie al grande aiuto di MOO, ciascuno dei miei bouquet è accompagnato da un Biglietto da Visita, un messaggio, un biglietto di auguri e un Adesivo. È stato facile caricare i miei progetti in ogni fase del processo, comprese le diverse varianti dello stesso articolo, ed è stato inoltre possibile semplificare la modifica e il riordino degli articoli precedenti.
Ancora una volta, tutto torna a rendere ogni acquisto di Rooted in Rosemary un’esperienza unica, dalle nostre cartoline regalo agli adesivi “Stay Safe” che usiamo su tutte le confezioni. Rendere speciale ogni articolo che i nostri clienti ricevono è davvero importante e MOO è un grande aiuto giorno dopo giorno.
Qualche consiglio per le persone che vogliono fare un grande cambiamento di carriera?
Buttati. La decisione che mi ha cambiato la vita è stata il risultato del periodo peggiore della mia vita, ma se ripenso a prima, non ero certo felice. Il mio stile di vita non mi si addiceva, odiavo la routine quotidiana in cui uscivo di casa, lavoravo, mangiavo, dormivo, e poi ripetevo tutto da capo il giorno dopo. Facevo fatica a trovare il tempo per dormire, facevo due lavori per pagare l’affitto e in quel po’ di tempo libero che mi restava ero esausta, sfinita e infelice. Qualcosa doveva per forza cambiare.
Ma non è successo tutto dall’oggi al domani. Anche dopo la morte di mia madre, mi ci è voluto molto tempo per scoprire che il mio modo di vivere non era adatto a me. Ma una volta che l’ho fatto, ho colto l’occasione e mi sono data da fare. Penso che valga la pena ricordare che sono partita da una posizione privilegiata in cui il mio partner è stato in grado di sostenere finanziariamente entrambi e questo mi ha dato la libertà di concentrarmi davvero su di me e sul mio viaggio, ma capisco che la situazione non sia uguale per tutti.
Come ho detto, onestamente penso che alla fine ce l’avrei fatta comunque, ma in un modo diverso. Sono una piccola imprenditrice, che lavora sodo, che si dà da fare ogni giorno per far decollare la propria attività e non potrei essere più felice.
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