Diventare una star di Instagram: questa pittrice ce l’ha fatta
Kia Cannons è una grande fonte di ispirazione: scoraggiata dal dipingere, l’artista ha sviluppato il suo stile, un’attività e una comunità di ammiratori grazie alla propria tenacia (e una buona dose di humour)
Nelle campagne del Surrey, il villaggio verdeggiante di Farnham è l’improbabile sede di un vero idillio artistico: lo studio dell’artista astratta Kia Cannons. Kia, in arte Sticks and Ink, ci ha invitati nel suo giardino-atelier per parlarci del suo talento notevole e di come proprio lei, che a scuola non era stata ammessa alle lezioni d’arte, è riuscita a diventare un’artista di enorme successo.
Kia! Sei diventata famosissima su Instagram grazie al tuo stile originale e alla tua palette meravigliosa. Come hai cominciato?
Ho sempre voluto fare qualcosa di creativo. Per anni mi sono occupata di gestione dei progetti e amministrazione per aiutare mio marito, che stava mettendo in piedi la sua attività di graphic design. Quando abbiamo finito l’università, lui sapeva cosa voleva fare e io no, quindi abbiamo deciso che prima l’avrei aiutato io nel suo progetto, poi avremmo fatto cambio e ci saremmo dedicati al mio.
Sapevo di voler fare qualcosa di creativo, ma non sapevo cosa. A scuola, un insegnante mi aveva detto che non mi sarei potuta iscrivere alle lezioni di arte perché non sapevo disegnare. Ed essendo solo una bambina all’epoca, ci ho creduto.
Ho sempre aspettato di ricevere il permesso (non so esattamente da chi); mi ricorderò sempre di quando passavo accanto alla finestra dell’aula di arte. Ogni volta che ci entravo per raggiungere un’amica, guardavo tutti quei pennelli nei vasetti di vetro sul davanzale con il cuore che mi batteva all’impazzata, desiderando terribilmente di poterli usare. Da allora, ho guardato per anni le finestre degli studi con occhi sognanti.
Qual è stato l’elemento catalizzatore che ti ha spinta ad iniziare?
È successo tre anni fa, quando il mio figlio più piccolo aveva 2 anni: ero a un corso di cucito con un’amica, e nello stesso stabile c’era una mostra d’arte. Ero talmente lontana dall’arte che non era neanche mai stata a una mostra. C’era molta arte astratta e ho subito pensato: “Questo posso farlo anch’io! E lo voglio fare!”. La mia amica mi ha consigliato di iscrivermi ad un corso,
ma io tra me e me dicevo: “Non sono capace di disegnare, sarebbe solo uno spreco di materiali”. Poi però, prima di andarcene, abbiamo preso un volantino della struttura e abbiamo visto che organizzavano una serie di lezioni sperimentali.
Ho cominciato a settembre, quando il mio figlio più piccolo stava per iniziare la scuola materna: era la prima volta che facevo qualcosa solo per me, dopo 5 anni da mamma a tempo pieno. L’idea di lasciare il mio bimbo piccolo a scuola e di andare a una lezione di arte mi sembrava così invitante!
Da lì ad innamorarmene, il passo è stato breve. Dopo due mesi abbiamo organizzato una mostra e io ho esposto due dei miei studi. Per fare un esperimento, ho stabilito il prezzo in base al valore che avevano per me, e uno dei due lavori è stato venduto. Per me, quello è stato il punto di svolta. Mi sono detta che nei 2 anni successivi avrei costruito qualcosa, perché non volevo assolutamente tornare in città a occuparmi di amministrazione e gestione dei progetti!
Il tuo stile combina stupende pennellate gestuali e batik con cera a caldo; dove hai imparato questa tecnica?
Ho imparato il metodo del batik con cera a caldo in una classe di disegno sperimentale, e mi è piaciuta tantissimo. In quel corso abbiamo imparato tecniche di tutti i tipi, come il weaving e la pittura botanica, e alla fine del corso ho capito chiaramente che era con la pittura e i pennelli che volevo lavorare. Allora ho iniziato a sperimentare e ho scoperto che adoro dipingere con pennellate ampie, gestuali e istintive. E in effetti, piuttosto che i pennelli, mi piace utilizzare le spatole.
Poi ho scoperto Instagram e mi sono resa conto che ci sono un sacco di artisti astratti in circolazione. Non volevo finire per assomigliare a tutti gli altri, e sapevo che avrei dovuto trovare qualcosa di davvero originale. Il batik con cera a caldo non mi aveva mai lasciato, perciò ho pensato di provare a combinarlo con la pittura.
È così che ho cominciato. Ho capito che il mio stile pittorico è gestuale, continuo ad adorare il batik e mi ispiro alla natura: le montagne, i laghi, il mare e il cielo. Negli ultimi 18 mesi ho fuso insieme tutte queste cose, ed ecco il risultato!
La tua palette è sempre molto coerente e originale; come mai?
È uno dei vantaggi della mancanza assoluta di esperienza! A metà del corso sono entrata in un negozio di articoli d’arte e ho mi sono detta: “Bene, voglio dipingere”. Non sapevo nulla della differenza tra olio, acrilici, acquerelli, gouache…NULLA! Allora ho deciso che avrei comprato semplicemente quello che mi ispirava, da cui mi sentivo attratta.
Mi piacevano molto i pastelli, erano adorabili e oleosi come il burro, perciò ne ho presi una manciata. Poi sono andata nella sezione degli acrilici e i colori mi piacevano molto. Quando cominci un corso di pittura puoi comprare una grade palette completa di tutto, ma guardando i colori pensavo: “Beh, sono tutti primari”. E dato che quelli inconsciamente mi infastidivano, ho fatto un giro tra gli altri colori e scelto solo quelli che mi piacevano. Dopo averne presi 6, li ho guardati e ho pensato: “Questi sono così belli insieme che non ho bisogno di nient’altro. Ci siamo!”
Sono sicura che a un certo punto li lascerò e inizierò ad usare nuovi colori, ma per ora li adoro. Perciò questo è il primo motivo per cui ho una palette coerente; il secondo è Instagram. Osservavo i feed bellissimi ed esteticamente attraenti che certi utenti riuscivano a creare. Inizialmente, pubblicavo i lavori che dipingevo in classe, ma poi mi sono resa conto che non funzionava. Volevo creare un bel feed che ispirasse la gente a prendere in mano il pennello.
Moltissimi mi seguono e mi dicono che il mio lavoro li ispira a dipingere, perciò credo che creare un bel feed sia il modo migliore per aiutarli.
Instagram ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del tuo lavoro; come è successo?
Volevo essere in grado di esporre la mia arte e di avere una visione d’insieme dei miei lavori. Ho scelto la piattaforma più visuale, Instagram, dopodiché ho passato intere serate a studiarne ogni aspetto: hashtag, algoritmi, come realizzare le fotografie migliori…e per un anno ho seguito praticamente ogni webinar, connettendomi con la Cina a mezzanotte per carpire ogni nuova informazione utile.
Ho letteralmente passato un anno a imparare più che potevo, perché mi sono detta che se volevo vendere il mio lavoro su Instagram invece che un sito o un’altra piattaforma, dovevo sapere esattamente come usarlo. Poi ho iniziato a pubblicare, e più tempo ed energie investivo, più il numero dei follower aumentava, e le vendite sono decollate. All’incirca una volta alla settimana mettevo in vendita su Instagram un lavoro, e dopo 3 minuti l’avevo già venduto.
È stato a quel punto, dopo circa sei mesi, che tutto è iniziato ad andare a gonfie vele: ho definito il mio stile, ho costruito un bel feed, ho imparato a coinvolgere le persone e a creare contenuti dall’aspetto magnifico. Allora, molti hanno iniziato a scrivermi messaggi in privato chiedendomi: “Come ci riesci?”.
Hai anche scritto un ebook di successo per condividere la tua esperienza; come è nata quest’idea?
Mi sono accorta che passavo ore e ore a dire alla gente che con tutte le cose che avevo da raccontare, avrei potuto scrivere un libro… Così, dopo averlo detto mille volte, l’ho fatto sul serio.
È questa la mia filosofia: scopri cosa ami fare nella vita, e fallo. Ne sono talmente convinta che se incontro un perfetto sconosciuto, gli consiglio di fare lo stesso. Così, ho scritto questo ebook con la speranza che la gente possa crescere come ho fatto io, e anche per non dover passare tutto il tempo a rispondere alle e-mail invece di dipingere.
L’ho scritto a piccoli pezzi. Una volta alla settimana facevo un viaggio piuttosto lungo per andare dal fisioterapista. Avevo sempre il terrore di arrivare in ritardo e saltare l’appuntamento, perciò arrivavo con largo anticipo, mi sedevo in un caffè ad aspettare e scrivevo. E in poco tempo il libro ha preso forma; ho buttato giù sulla carta tutto quello che avevo in testa, e sta vendendo molto bene. È praticamente un anno di consigli sotto forma di libro. Vendendolo, posso continuare a concentrarmi sulla pittura.
Il pubblico che ti segue è composto soprattutto da potenziali acquirenti, o piuttosto da gente che cerca ispirazione per la propria arte?
È una sfida accontentare tutti perché il mio pubblico è misto: potenziali acquirenti, molti artisti all’inizio della propria carriera ma anche piccole imprese creative che mi hanno vista crescere, hanno visto dove sono arrivata e si chiedono come ho fatto.
Ogni domenica pubblico consigli e trucchi, ovvero qualche informazione che può essere d’aiuto alla gente. Alcuni mi seguono per questo. Ricevo molti messaggi da gente che mi vede come un mentore; per questo mi definisco una “Instamarketeer accidentale”, non immaginavo assolutamente che sarebbe andata così!
Parlaci dei tuoi biglietti MOO!
MOO è stata con me per tutto il tempo! Fin dagli inizi, quando mi è stata offerta una personale in un bar. Non appena ho saputo che mi avrebbero esposta, ho capito che avrei avuto bisogno di Biglietti da visita! Sapevo che avrei dovuto pubblicizzare il mio marchio, così se qualcuno avesse acquistato un dipinto al bar mentre non c’ero, avrebbe portato a casa anche i miei dettagli. Per questo incollo un biglietto da visita con del nastro adesivo oro sul retro di ogni mio lavoro.
Poi, quando ho iniziato a vendere online, ho deciso di incollare Adesivi sulle mie confezioni per renderle ancora più belle e piacevoli da ricevere. Più tardi, quando ho aperto un negozio a tempo, ho creato e venduto Notecard in pacchi, insieme ad altri biglietti che decoravo e trasformavo in carte regalo. Quando vendo un dipinto di grandi dimensioni, inserisco nel pacco anche un biglietto di ringraziamento scritto a mano. Perciò MOO è sempre con me.
Di recente sei passata dal dipingere in casa al lavorare in uno studio. Come fai a conciliare lavoro e tempo libero?
Dicevo da sempre che avrei voluto realizzare dipinti di grandi dimensioni, ma a casa ero limitata letteralmente dalle dimensioni del mio tavolo. Tutte le superfici erano piene, le cose cadevano sulle sedie, e così mi sono decisa a cercare uno studio. Fortunatamente, tramite lo spazio artistico di Farnham “The Maltings” ho trovato questo studio; ho telefonato e l’ho preso immediatamente.
Il problema è che per il mio lavoro ho bisogno di una superficie piatta per stendere lo strato di cera calda del batik, non posso farlo su un cavalletto. E dato che ogni strato ci mette un sacco ad asciugarsi, normalmente lavoro su una ventina di pezzi alla volta. Se sono lavori piccoli su carta o tela è un conto, ma i dipinti più grandi diventano quasi ingestibili in uno spazio ridotto. Quindi non so bene cosa succederà, ma ho assolutamente bisogno di trovare uno studio più grande!
Per quanto riguarda la gestione del tempo, sono molto attenta a separare il mio lavoro di “artista” da quello di “mamma”. Una volta che i bambini tornano a casa da scuola, il lavoro è finito, sono semplicemente la mamma. Quando ho provato a fare entrambe le cose, mi sono resa conto che voglio farle entrambe bene, e questo significa mantenerle separate. Dopo che metto i bambini a letto, però, torno ai miei webinar, perché non smetto mai di imparare: voglio essere sempre aggiornata su quello che succede là fuori!
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